domenica 18 gennaio 2009

Ke voj?

Cfr. Giovanni 1,35-42

"In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio".

"Ecco l'agnello di Dio!". Si ma quale?

Già perché i discepoli di Giovanni sapevano bene quale fosse il "ruolo" dell'agnello, ossia quello di essere sacrificato. E noi? Lo sappiamo? Preferiamo l'agnello dolce e carino o quello sgozzato?
Credo che il nostro rapporto con Gesù e la nostra sequela si giochi in questi termini!
Ecco perché appena i discepoli seguono Gesù Egli si stesso li mette davanti a questa domanda:

e sapete occorre rispondere perché in base alla nostra risposta sapremo se veramente stiamo seguendo Gesù oppure un Dio che ci siamo creati noi. Sì, insomma Lui è venuto per realizzare la nostra salvezza, e per questo ha dato la vita: appunto agnello sgozzato. Ma se noi non gli chiediamo la salvezza ma ad esempio una vita facile, bella, piena di salute, di successo, di denaro, una pagella da otto in su o una laurea da 110 e lode capite che stiamo seguendo un mago, un guru, un dio che ci doni una felicità a misura d'uomo... mentre invece Lui ci offre una felicità da Dio!

Ma lo sai Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai Almeno che cosa vuoi
Che cosa vuoi da me…
(Vasco Rossi, Buoni o cattivi, Cosa vuoi da me, 2004)

Allora solo dopo aver riflettuto sulla nostra risposta possiamo comprendere che sapere "dove dimora" Gesù significa entrare dentro la sua casa, oppure lasciare che Egli entri nella nostra di casa, ovvero intessere un rapporto di intimità con Lui. Ma questo è possibile solo se vogliamo realmente che Dio sia Dio e che faccia Dio come Egli vuole. Insomma dobbiamo permettergli di essere il nostro agnello sgozzato e non il nostro agnellino da passeggio! Anche perché gli agnellini da passeggio non esistono! E allora:

O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa’ che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo regno.
(Dalla liturgia della II domenica del tempo ordinario B).

Nessun commento: