Cfr. Marco 1,40-45
"[...] Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro»".
"Se vuoi puoi purificarmi?" Ma come? Che centra la purificazione con la lebbra? Non era meglio chiedere una guarigione? E perché Gesù guarisce dalla lebbra colui che ha chiesto di essere purificato?
La risposta è semplice:
!!! uomo = peccato / Dio punisce l'uomo / uomo = lebbroso !!!
Ecco perché il lebbroso non chiede la guarigione dalla lebbra ma la purificazione del suo peccato!
Ecco perché il miracolo di oggi non è la guarigione ma il perdono del peccato che annulla la presunta punizione di Dio.
Ecco perché Gesù chiede di non dire nulla a nessuno, non perché non doveva parlare della sua guarigione che non si sarebbe potuta tenere nascosta, era fin troppo evidente (si era allontanati dal villaggio, si portavano campanelli appesi al collo e si doveva gridare "impuro impuro", dopo essere guariti come nascondere tutti questi segni che non si attuavano più? impossibile), ma perché occorre andare dal sacerdote che constatava il fatto che Dio non era più arrabbiato con l'uomo per la sua colpa e che aveva perdonato il peccato e tolta la punizione. La cosa importante non era che il peccato era stato tolto (avveniva anche ad altri), non era nemmeno la lebbra guarita (avveniva anche ad altri) ma era chi aveva fatto tutto ciò, la causa di questo: Gesù! Il lebbroso guarito ha capito che Gesù era davvero Dio! L'unico che rimette i peccati.
Ecco perché il testo dice: "Ne ebbe compassione". Già lo stesso termine usato nel vangelo del "buon samaritano" termine che ci parla delle "viscere di misericordia" di ciò che non si riesce ad esprimere ma si prova quando si sentono emozioni forti dentro la pancia. Termine che esprime ciò che sente una donna incinta. Termine che esprime ciò che si prova davanti ad una grossa paura o a qualcosa che fa male, all'esperienza del male!
Che sorpresa, Gesù prova le stesse nostre sensazioni: rabbia e amore! La rabbia per il peccato e il male, l'amore per il peccatore e il sofferente. Ma Gesù indirizza sia la rabbia sia l'amore verso un'azione rigenerante dell'uomo stesso e della sua dignità. Già perché Gesù è Dio allora gli chiediamo:
Risanaci, [...] dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; [...] per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia.
(Dalla liturgia della VI domenica del tempo ordinario B).
"[...] Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro»".
"Se vuoi puoi purificarmi?" Ma come? Che centra la purificazione con la lebbra? Non era meglio chiedere una guarigione? E perché Gesù guarisce dalla lebbra colui che ha chiesto di essere purificato?
La risposta è semplice:
!!! uomo = peccato / Dio punisce l'uomo / uomo = lebbroso !!!
Ecco perché il lebbroso non chiede la guarigione dalla lebbra ma la purificazione del suo peccato!
Ecco perché il miracolo di oggi non è la guarigione ma il perdono del peccato che annulla la presunta punizione di Dio.
Ecco perché Gesù chiede di non dire nulla a nessuno, non perché non doveva parlare della sua guarigione che non si sarebbe potuta tenere nascosta, era fin troppo evidente (si era allontanati dal villaggio, si portavano campanelli appesi al collo e si doveva gridare "impuro impuro", dopo essere guariti come nascondere tutti questi segni che non si attuavano più? impossibile), ma perché occorre andare dal sacerdote che constatava il fatto che Dio non era più arrabbiato con l'uomo per la sua colpa e che aveva perdonato il peccato e tolta la punizione. La cosa importante non era che il peccato era stato tolto (avveniva anche ad altri), non era nemmeno la lebbra guarita (avveniva anche ad altri) ma era chi aveva fatto tutto ciò, la causa di questo: Gesù! Il lebbroso guarito ha capito che Gesù era davvero Dio! L'unico che rimette i peccati.
Ecco perché il testo dice: "Ne ebbe compassione". Già lo stesso termine usato nel vangelo del "buon samaritano" termine che ci parla delle "viscere di misericordia" di ciò che non si riesce ad esprimere ma si prova quando si sentono emozioni forti dentro la pancia. Termine che esprime ciò che sente una donna incinta. Termine che esprime ciò che si prova davanti ad una grossa paura o a qualcosa che fa male, all'esperienza del male!
Che sorpresa, Gesù prova le stesse nostre sensazioni: rabbia e amore! La rabbia per il peccato e il male, l'amore per il peccatore e il sofferente. Ma Gesù indirizza sia la rabbia sia l'amore verso un'azione rigenerante dell'uomo stesso e della sua dignità. Già perché Gesù è Dio allora gli chiediamo:
Risanaci, [...] dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; [...] per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia.
(Dalla liturgia della VI domenica del tempo ordinario B).
2 commenti:
Ciao Don!Sono Mattia non so se mi conosce,sono un ragazzo della parrocchia.Davvero interessanti le cose che scrive,un grazie da parte mia!
Bravo Cristian, anche io mi sono messo le omelie su un blog, speriamo che anche questo serva alla Sua gloria.
ciao Enric
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