"«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro [...]: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi»".
Questione di soldi o di giustizia? L'insegnamento è per la retribuzione salariale o per la distribuzione della giustizia? Si, la domanda mi pare sia lecita! Il Signore ci sta insegnando a distribuire i soldi in modo giusto o a fare giustizia, a vivere di giustizia? Guarda caso: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò" al Signore sembra giusto il modo di distribuire il denaro mentre agli uomini no: "Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone". Il Signore ci insegna che la sua giustizia non è retributiva (a ciascuno quanto ne merita) ma distributiva (a tutti in egual misura). E già, proprio perché la somma di un denaro era il necessario per il fa bisogno giornaliero, cioè quanto serviva per poter vivere, e il ragionamento dei primi lavoratori non era il desiderare di più per loro ma il desiderare di meno per gli altri. Capito? Di meno del necessario per vivere. Questo il Signore non lo può accettare naturalmente! Quindi ecco che da a ciascuno un denaro in egual misura. Ancora una volta siamo davanti alla sua Misericordia che è per tutti e per tutti in egual misura! Senza sconti ne vendite promozionali!
O Padre, giusto e grande nel dare all’ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all’intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino.
(Dalla liturgia della XXV domenica del tempo ordinario A)
1 commento:
ciaOO dOOn
anche questo passo del vangelo come tutti gli altri è al quanto significativo... ma sai qual'è la cosa che di più m fa pensare ??? è il fatto che tutti noi siamo abituati a lodare e ad avere simpatie per le persone che più " lavorano" per noi... cioè più i nostri amici ci fanno favori,ci aiutano... più noi siamo portati a scartare le persone che anche non potendo fanno poco per noi...
ed è questo un pò il pensiero di quella gente che il padrone invita a lavorare dalla mattina... ma è nell'animo delle persone purtroppo giudicare il proprio operato in confronto a quello di altri, e la loro paga giornaliera potrebbe bastargli anche per un mese, ma niente debbono cmq criticare gli altri e mettere il dito nella piaga non guardando in sè stessi ma giudicando l'altro... ed è per questo che la vita diventa monotona e piena di problemi.. nel momento in cui non si riesce a pensare al proprio "io" ma all'altro... questo senso anche di sfida e magari perchè no anche di invidia purtroppo...
ti voglio bene
...AlEssIo...
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