domenica 22 giugno 2008

Ma il dono di grazia non è come la caduta!

Cfr. Matteo 10,26-33

"Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo".

Matteo continua a comunicarci quella che è stata la sua esperienza di fede vissuta: il significato del costruire la propria casa sulla rocci e non sulla sabbia, l'evento della sua chiamata mentre era sudeuto al banco delle imposte, il mandato di andare dalla pecore che erano sperdute come senza pastore ed oggi il comando della NON-PAURA!

Ninete paura,

niente paura

niente paura,

ci pensa la vita

mi han detto

così...


(Cfr., L. Ligabue,
Primo tempo,
Niente paura,
2007)

Ci sono almeno due modi per non aver paura uno di questi è quello di considerare ciò di cui noi abbimo paura alla luce del tempo che inesorabilmente secondo dopo secondo passa... e allora ci pensa la vita! L'altro modo che mi viene in mente è quello suggerito da Gesù: non dobbiamo avere paura perché quello che è nascosto sarà manifestato!!! Cioè? Cosa è nascosto? Da bambino pensavo che questa frase si riferisse al negativo e dunque... tutto ciò che noi facciamo di male sarà rivelato e non ci possiamo nascondere! Buffo vero? Invece Gesù ci sta dicendo qualcosa di molto bello: Matteo ha seguito Gesù, Matteo ha sentito le grandi predicazioni di Gesù alle folle, Matteo ha sentito i piccoli discorsi detti da Gesù nel privato e nell'initimità solo ai dodici o addirittura solo a parte di essi. Ecco allora che tutto questo deve essere rivelato. Noi siamo i destinatari, ma noi siamo anche la sua Chiesa i suoi Figli, coloro che il Padre ha reso destinatari del suo Amore... e allora ecco che il dono di grazia non è come la caduta! E già, la caduta è entrata nel mondo a causa dell'uomo e del suo peccato e così la morte: la nostra grande e ultima paura, ma il dono di grazia è entrato nel mondo a causa di un uomo-Dio e questa porta a tutti la salvezza e la vita eterna: doni molto più grandi della morte.
E noi? Noi parliamo delle nostre morti o del dono di grazia? Di che cosa siamo portatori? Se Matteo non si fosse fatto discepolo noi oggi non parleremo di ciò... e allora all'ascolto e buona missione!

O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta.
(Dalla liturgia della XII domenica del Tempo Ordinario A).

domenica 15 giugno 2008

Qui si fa la storia

Cfr. Matteo 9,36-10,8

"I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»".


Dopo una pausa di riflessione sulla dedica precedente eccomi nuovamente con il vangelo della domenica. La compassione di Gesù che vede le folle e le vede come pecore senza pastore! E cosa fa? Dice di pregare e chiama i dodici. Quasi a proporre la Chiesa come pastore per le pecore che ne sono prive. Ma i dodici fanno parte proprio di quelle pecore! Stupore! Delle pecore senza pastore come lo erano i dodici, diventano esse stesse pastori per le altre. Certo che nell'ottica di Dio davvero tutto è possibile! Loro con così tanti difetti e con tante differenze tra loro sono chiamati ad essere pastori!

Una riflessione per coloro che mi chiamano prete!
Spesso leggendo questo brano ci viene spontaneo di dedicarlo ai preti, a loro che hanno ricevuto la vocazione e che sono simile ai dodici... NO! Non ci sto! Non è SOLO per noi preti... anzi continuando la lista dei dodici metteteci i vostri di nomi e... buon lavoro!

Una rifelssione per me che quando mi chiamate prete vi chiamo laici!
Gesù dice di rivolgersi soprattutto alla casa d'Israele e alle pecore perdute di essa! Ma come e noi? Con tutto il nostro desiderio di convertire tutti? Eppure il "comando" è chiaro, forse dovremmo sempre di più ricordarci che il vangelo in primo luogo è per noi e poi per gli altri, infatti: prima "gratuitamente avete ricevuto" e poi "gratuitamente date".
E poi i dodici così diversi tra loro e così immischiati con il resto delle pecore senza pastore e noi? Pecore come loro ma con l'incapacità di convivere... che tristezza! Immaginate cosa sarebbe successo se i discepoli si fossero scelti tra loro... o se si fossero respinti tra loro... che tristezza!

"La storia si ripete..., buoni o cattivi...., giusto o sbagliato..., questo è l'inizio!"
ma non scordiamoci che:
"Qui si fa la storia o non si fa
si deciderà tutto qui
chi può aspettare aspetterà
non scappiamo fuori di qui"

Chissà se indovinate l'autore delle citazioni?