giovedì 29 maggio 2008

Dedicato a...

A voi la lettura, a voi il commento... sentitevi liberi... ma non fate domande solo questo vi chiedo...

Se dici sono ancora indecisa lo so
Forse non sai che cosa cerchi
Se non capisci ancora cosa voglio da te
È inutile che te lo ricordi
Va bene non ti fidi di me
Chissà che cosa c’e
Chissà che cosa pensi
Va bhè non sono degno di te
Chissà che cosa vuoi
Chissà che cosa cerchi.
Non ho tempo lo sai
Non ho tempo oramai
Per fare solo dei discorsi
Sono talmente disperato che spero che
Che spero che il celo tramonti
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Che cosa vuoi da me…
Scusa tanto se non sono capace
Di farti la corte un po’ mi dispiace
Se sono un po’ troppo veloce
È colpa del fatto che sono precoce
Cosa fai non credi che con uno come me
Tu saresti felice
Se ti potessi far vedere
Quello che sarei pronto a fare invece
Non ho tempo lo sai
Non ho tempo oramai
Per fare tutti quei discorsi
Sono talmente disperato che spero che
Che spero che il celo tramonti
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Ma lo sai
Almeno che cosa vuoi
Che cosa vuoi da me…
Cosa vuoi, che cosa cerchi…
Cosa vuoi, che cosa cerchi…
Cosa vuoi, che cosa cerchi…
Cosa vuoi, che cosa cerchi…

(Vasco Rossi, Buoni o cattivi, Cosa vuoi da me, 2004)

domenica 25 maggio 2008

Sine Dominico non possumus!

Sine Dominicu non possumus, è la frase che i martiri di Abitene (303 d.C.), hanno risposto davanti all'accusa rivolta loro per la celebrazione eucaristica.
Non possiamo vivere senza il Signore, non possiamo vivere senza la domenica!
E noi ci riusciamo a vivere senza la domenica? I martiri di Abitene sono stati uccisi per aver celebrato l'eucaristia!

Don Andra Santoro (2005 d.C.), sacerdote romano ucciso a Trabson per essere stato testimone di Gesù, pregando e celbrando l'eucaristia in una terra da dove la fede è partita ed ora non c'è più!
L'eucaristia è la cosa più importante che abbiamo, è la presenza di Gesù tra noi. L'eucaristia, come gia affermato molte volte in precedenza è la risposta a due bisogni! Il bisogno dell'uomo di avere, sentire, toccare Gesù e, il bisogno di Dio di essere il più vicino possibile all'uomo.

Il bisogno dell'uomo:
E ogni volta che viene giorno ogni volta che ritorno ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino ogni volta che mi guardo intorno ogni volta che non me ne accorgo ogni volta che viene giorno E ogni volta che mi sveglio ogni volta che mi sbaglio ogni volta che sono sicuro e ogni volta che mi sento solo ogni volta che mi viene in mente qualche cosa che non c'entra niente ogni volta E ogni volta che non sono coerente e ogni volta che non è importante ogni volta che qualcuno si preoccupa per me ogni volta che non c'è proprio quanto la stavo cercando ogni volta ogni volta quando.... E ogni volta che torna sera mi prende la paura e ogni volta che torna sera mi prende la paura E ogni volta che non c'entro ogni volta che non sono stato ogni volta che non guardo in faccia a niente e ogni volta che dopo piango ogni volta che rimango con la testa tra le mani e rimando tutto a domani.
(Vasco Rossi, Fronte le Palco, Ogni volta, 1990)

Il bisogno di Gesù:
"Fate questo in memoria di me!"


Chiediamo al Signore di sentire sempre di più questo bisogno di lui... di prendere sempre più seriamente l'appuntamento domenicale con l'eucaristia di far si che diventi un nostro bisogno veramente:
"voglio te voglio te, voglio teperché tu, tu fai parte di mevoglio te, voglio te, voglio tefino all'ultimo sguardo all'ultimo istante all'ultimo giorno che avrò".
(Antonello Venditti, Prendilo tu questo frutto amore, Ogni volta, 1995)


"Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza".
(Dalla liturgia della solennità del Corpo e sangue di Cristo, sequenza)

domenica 18 maggio 2008

Unità di intenti

Cfr. Giovanni 3,16-18

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui".



A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più

(Jovanotti, Safari 2008, A te)


Come parlare della Santissima Trinità? Uno dei misteri più importanti per noi cristiani ma anche così difficile da raccontare, eppure parlare della Trinità in fondo significa parlare dell'amore. E di amore oggi si parla e se ne parla anche tanto. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, tre persone ma un solo Dio, tre persone che si donano reciprocamente la vita. Ma ciò che è stupefacente è il motivo, la motivazione: "perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna"; "perché il mondo sia salvato per mezzo di lui". Tre persone così unite tra loro che hanno un unico intento: la nostra salvezza!
Unica è la sostanza del Padre del Figlio e dello Spirito Santo!
Noi riceviamo la vita da Dio e nel sacramento del battesimo simboleggiamo il nostro rioffrire a lui la vita ricevuta e il riceverla nuovamente. E Lui, il nostro Dio, ne fa molto di più: ce la restituisce come vita eterna!

E per finire: 1 x 1 x 1 = 1.
Padre x Figlio X Spirito Santo = DIO
La cosa più importante dell'operazione qui sopra non è il risultato ma il X! L'Unità di Dio è resa possibile da quel x che simboleggia non solo il dono di uno all'altro ma anche la nostra presenza, la presenza dell'umanità dell'amore per lei e del desiderio della sua salvezza da parte di Dio.

domenica 11 maggio 2008

La ri-creazione!

Cfr. Giovanni 20,19-23

"Ricevete
lo Spirito Santo.

A coloro a cui
perdonerete i peccati,
saranno perdonati;

a coloro a cui
non perdonerete,
non saranno perdonati".










di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango
e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango
e mi fondo con il cielo e con il fango.

(Jovanotti, Safari 2008, Fango)

Come si saranno sentiti i discepoli di Gesù dopo la sua ascensione? Mmm... non credo siano stati molto felici di rimanere da soli nuovamente. E già nuovamente perché già erano rimasti da soli per tre giorni dopo la sua morte. Eppure l'esperienza del Gesù il Risorto in mezzo a loro non dev'essere bastata per fargli capire che davvero "non erano soli anche quando erano soli" e allora ecco nuovamente la desolazione. La solitudine per Gesù che non c'è e nel cuore tutti i ricordi delle sue Parole e dei suoi prodigi. Ma ecco il Dono dello Spirito. Ma ecco il potere di rimettere i peccati e il grande dono del per-dono. Proprio mentre ci si fonde con il fango nel punto più basso della nostra vita è lì che si instaura qualcosa di nuovo. Dalla morte la resurrezione, dal fracicume del seme la spiga con nuovi semi, dal peccato la redenzione, dal fango il cielo. E' l'azione dello Spirito Santo in noi.

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

domenica 4 maggio 2008

Col naso all'insù!

Cfr. Atti 1,1-11
"Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava".

(Ringrazio una mia amica per la concessione della foto!)

Cfr. Efesini 1,17-13
"Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, [...] illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati".

Cfr. Matteo 28,16-20
"Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".


Ascensione? Gesù che sale? Mmm. Signore, te che nasci: ok! Signore te che muori sulla croce: ok! Signore, te che risorgi: ok! Signore te che appari da risorto: ok! Ma Signore, te che sali al cielo? Anche questo dobbiamo credere?
Eppure a pensarci bene ma da dove sei venuto? Dove eri prima della tua nascità? Nella Trinità? Nella Comunione d'amore tra Padre Figlio e Spirito Santo? Ed è vero... giusto, eri Dio anche prima! E ora ci ritorni... ma ci ritorni non solo da Dio ma anche da uomo! Allora l'ascensione non è la festa di te che te ne vai lasciandoci soli, non è la festa dell'ascensore (come mi diceva qualche anno fa un bambino), ma è la festa di te che porti noi uomini in cielo, e che lasci la porta aperta affinché anche noi con la nostra umanità possiamo entrare proprio in quella comunione d'amore con la Trinità in cui eri inserito te. E allora non c'è il bisogno di stare con il naso all'insù! Allora tutte quelle situazioni in cui noi stiamo come gli apostoli con il naso all'insù, sono quelle situazioni in cui tu sei con noi, anche se proprio in quelle situazioni noi faccaimo tanta fatica a riconoscerti e a sentirti vicino e crediamo di essere stati abbandonati persino da te..

di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango
e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango
e mi fondo con il cielo e con il fango.

(Jovanotti, Safari 2008, Fango)


Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, [...] poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, [...] viviamo nella speranza di raggiungere Cristo [...].
(Dalla liturgia dell'Ascensione a cielo).