domenica 20 aprile 2008

Non sia turbato il vostro cuore!

Cfr. Giovanni 14,1-12

"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me".

Ma che cosa ci sta dicendo Gesù oggi nel vangelo? Non dobbiamo avere il cuore turbato? Impossibile! Insomma se il nostro cuore è turbato non dipende solo da noi! E sì, Gesù si sbaglia... abbiamo il cuore turbato eccome se lo abbiamo:

Ecco il nostro cuore, mosso, confuso, agitato, mescolato... si insomma turbato! E perché? E da chi? E da cosa?
Ci sono i turbamenti che ci procuriamo noi... quelli che nonostante tutti gli aiuti che riceviamo continuiamo a tenerli stretti a noi e poi ce ne lamentiamo pure. Ok, questi possiamo anche superarli e far si che non sia turbato il nostro cuore. Ma caro Gesù per i turbamenti che la vita ci mette davanti? Per quelli che non solo non ci andiamo a cercare, ma che ci capitano sempre nel momento meno giusto? Per questi turbamenti no che non c'è rimedio... e allora perché ci dici che il nostro cuore non deve essere turbato? Insomma ma anche noi non lo volgiamo il cuore turbato, non so se qualcuno te lo ha detto ma non lo vogliamo il cuore turbato ma, nonostante tutto spesso lo è!

"Vado a prepararvi un posto";
"Io sono la via, la verità e la vita";
"Chi ha visto me, ha visto il Padre".

Ma secondo voi da che parte pende questa bilancia?

Credo che la chiave di lettura del "non sia turbato il vostro cuore" stia proprio nella risposta che ciascuno di noi da alla domanda della bilancia. E già, perché Gesù una vita senza problemi e turbamenti non ce l'ha mai promessa. Ma una vita eterna sì! E non solo ce l'ha promessa ma ce l'ha regalata. E allora se la bilancia pende dalla parte del cuore turbato... ma dov'è la nostra fede? I problemi che abbiamo noi sono forse più pesanti della risurrezione di Cristo? O Cristo è importante ma non a tal punto da esserlo più dei nostri problemi? Ecco allora che la bilancia deve pendere necessariamente dalla parte della resurrezione di Cristo, e qualunque problema possiamo avere o vivere non sarà mai più pesante di Lui e del Suo Dono!


Ecco allora che il cure non turbato non solo si rende possibile ma può essere una realtà per ciascuno di noi nella misura in cui lo vogliamo!

martedì 8 aprile 2008

Ti amo!!!

Intervento insolito... in questi giorni ho riflettuto su questo testo e allora ve lo voglio proporre... ma mi sono divertito a sostituire tutti i personaggi, in questo modo non ci saranno pregiudizi nel leggere il testo... chissà se qualcuno lo conosce? Bè qualcuno potrebbe... eccome se potrebbe. Vi lascio alla lettura e al commento...


[Nome2]. Questa povera cosa di [Nome2], questo crepitio della luce nella luce, questo bisbiglio del silenzio al silenzio, è a ciò che parla [Nome1], quando parla a [nome3] o a [Nome4], la piccola [Nome4]. È innamorato. Quando si è innamorati si parla al proprio amore e a lui soltanto. Ovunque, sempre. E che si dice al proprio amore? Gli si dice «ti amo», che è come dire quasi niente – il quasi niente di un sorriso, il balbettio di un servo al padrone che gli dà tutto, mille volte tutto.
[…]
Fa con il suo amore come il bambino davanti al muro con la sua palla: lancia la sua parola, la palla di parola luminosa, il «ti amo» arrotolato su se stesso, la lancia contro un muro che da lui dista tutti quei giorni che gli restano da vivere, poi aspetta che la palla rimbalzi, lancia migliaia di palle, nessuna ritorna mai, lui continua sempre sorridente, fiducioso: il gioco è in se stesso la sua ricompensa. L’amore è in se stesso al sua risposta.
Sì, qualcosa di più la dice. Dice: ti amo e sono desolato di amarti così poco, di amarti così male, di non saperti amare. Infatti, più si avvicina alla luce, più si scopre pieno di ombre. Più ama, più si riconosce indegno di amare. Poiché nell’amore non esiste progresso, non esiste perfezione che un giorno si possa raggiungere. Non esiste un amore adulto, maturo e ragionevole. Davanti all’amore non vi è nessuno adulto, solo dei bambini, questo spirito infantile che è abbandono, spensieratezza, spirito della perdita di spirito. L’età addiziona. L’esperienza accumula. La ragione costruisce. Lo spirito infantile non calcola niente, non ammucchia niente, non edifica niente. Lo spirito infantile è sempre nuovo riparte sempre dalle origini del mondo, dai primi passi dell’amore. L’uomo razionale è un uomo accumulato, ammucchiato, costruito. L’uomo infantile è il contrario di un uomo addizionato su se stesso: è un uomo sottratto a sé, che rinasce in ogni nascita di tutto. Un imbecille che gioca a palla. O un [Nome1] che parla a [Nome2]. O l’uno e l’altro insieme.

domenica 6 aprile 2008

Un popolo di sconvolti!!!

Cfr. Luca 24,13-35

"Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo".


Due discepoli, uno di nome Clèopa e l'altro? Potrebbe chiamarsi Cristian, Francesco, Chiara, Gabriele, Angelo, Giuseppe, Andrea, Sonia, Beatrice, ecc. sì, insomma, uno di noi. Se ne vanno da Gerusalemme (fanno il cammino inverso di Gesù che durante tutta la sua vita si avvicina a Gerusalemme, il luogo dove si fa la volontà del Padre). Hanno il volto triste e sono delusi. Loro speravano che fosse Gesù, che fu profeta in parole ed in opere (tutto al passato) ed ora... il presente: sono tre giorni che è accaduto tutto questo! Eppure loro hanno ricevuto l'annuncio... e dicono persino di essere sconvolti! Ma se ne vanno!
Non erano affatto sconvolti! Nel momento in cui riconoscono Gesù allora sì che sono sconvolti... e ritornano a Gerusalemme, nonostante fosse già passato il tramonto e fosse notte... sono sconvolti!
E noi? Abbiamo ricevuto l'annuncio della risurrezione già più volte, l'ultima volta pochi giorni fa: siamo ancora a Gerusalemme o ce ne stiamo andando anche noi? Il nostro volto è triste o gioioso? I nostri verbi sono al passato o al presente? Gesù è una cosa morta o viva? E soprattutto siamo sconvolti?

O Dio, che in questo giorno memoriale della Pasqua raccogli la tua Chiesa pellegrina nel mondo, donaci il tuo Spirito, perché nella celebrazione del mistero eucaristico riconosciamo il Cristo crocifisso e risorto, che apre il nostro cuore all’intelligenza delle Scritture, e si rivela a noi nell’atto di spezzare il pane.
(Dalla liturgia della III domenica di Pasqua A)