domenica 16 novembre 2008

Il Talento dei talenti!

Ringrazio tutti voi lettori di questo blog perché chi in un modo chi in un altro mi sostenete nel continuare a scrivere. Dopo una breve pausa dovuta alla mia assenza da Roma torno a commentare i brani del vangelo... probabilmente tra qualche tempo farò un intervento un pò particolare... ma per questo c'è tempo! Questa volta l'intervento è un pò più lungo del solito: non vi scoraggiate vero?

Matteo 24,14-30

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”»".


Capacità. La capacità di cui parla Gesù nel vangelo non è la capacità di fare o non fare ma è la capacità dell'Essere! Spiego: una capacità di una tanica d 5 litri è di 5 litri, così quella di una da 2 è di 2 litri e così quella di 1 litro. Quindi non è che il Signore distribuisce di più a chi più è bravo ma distribuisce a tutti "secondo la propria capacità" dando il massimo a tutti. Può una tanica da 1 litro contenerne 5? Sarebbe stupito se una tanica da 1 litro pretendesse di essere riempita con 5 litri!
Paura. E' l'atteggiamento del terzo servo che a differenza dei primi due non va ad impiegare i talenti ricevuti perché ha paura del proprio padrone che giudica duro e giudica uno che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso. Cioè un padrone che pretende senza dare nulla e pretende da chi non è in grado di dare. Può un terreno dare frutti senza essere arato, concimato, seminato e irrigato?

La parte stupefacente di questo brano è proprio a questo punto. Strano ma il Signore non corregge l'immagine errata che il terzo servo ha di Lui ma la conferma: "sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso" ma non nel senso in cui la intendeva il servo ma nel senso che anche chi ha un solo talento può ricavarne altri nove (quelli che mancano per eguagliare il primo servo) nella misura in cui egli si fidi e affidi al Signore. Il guadagno non è semplice opera del servo ma di quella del servo con la Grazia di Dio.
Ecco perché il Signore può concludere con la frase "a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha" perché non esiste nessuno che "non ha" ma a tutti è stato dato al massimo delle nostre capacità e tutti abbiamo la possibilità di far fruttare i nostri talenti. Ecco perché il terzo servo viene chiamato "inutile" cioè senza utile ovvero senza guadagno!
Ma questi "talenti" cosa sono?
Indubbiamente le nostre attitudini, capacità, competenze e quant'altro da dover mettere a servizio di tutti... i nostri famosi "carismi"... ma solo questi? E se ci fosse un talento, uno più di tutti, che a volte diamo per scontato? Se il Signore stesso fosse il talento più importante che noi abbiamo ricevuto?
Credo profondamente che l'equazione cristiano=buone azioni non corrisponda! Il cristiano non è chi compie buone azioni e mette a disposizione i propri talenti (anche dei non-cristiani fanno buone azioni mettendo a disposizione i propri talenti e spesso le fanno anche meglio di noi cristiani!), ma il cristiano è chi non sotterra il talento più importante ma se lo pone davanti come modello-guida: Gesù Cristo Nostro Signore!